Mah, sull'identità: non credo venga messa in discussione dall'Europa; anzi, l'identità è più un problema interno nostro, con le nostre fratture sociali, politiche, ideologiche, territoriali, ecc...come qualsiasi altro Stato, beninteso. Credo, al contrario, dall'Europa venga un non discreto contributo in aiuto al rafforzamento della propria identità, penso a programmi, politiche, direttive che possano essere utili in tal senso (una stronzata: anche dare il marchio DOP a un prodotto alimentare è tutelare l'identità, attraversoun prodotto che rappresenti un Paese)...checché se ne senta, l'UE non lavora solo per dirti di ridurre il debito; anzi, a proposito di lavoro, noi siamo tra quelli che meno partecipano ai lavori del Parlamento Europeo. L'Assemblea è vista dalla nostra politica come un cimitero degli elefanti, dove mandare gente che non sappiamo più dove collocare (non so, pensate a una Iva Zanicchi), gente a cui trovare qualcosa da fare perché deve magari stare ferma un turno (Santoro?), gente che ha mai lavorato in vita sua e, rimasta a spasso in Italia ha bisogno di uno stipendio...e così via.
Ora, alla luce di ciò, domando due cose: la prima, che credibilità possiamo pretendere dagli altri? La seconda, come possiamo portare avanti all'attenzione degli altri Paesi comunitari le istanze che ci interessano, se i nostri esponenti sono codesti elementi?
Ah, poi a proposito di ridurre il debito: quando ci dicono questo, noi obbediamo, quando ci invitano (ripetutamente, anche con condanne ufficiali) di fare una legge contro la corruzione (che dovrebbe essere una cosa basilare in ogni stato moderno democratico!), facciamo orecchie da mercante...
Sulla cessione di sovranità: senza entrare nel dettaglio del caso specifico della sovranità monetaria (che meriterebbe una discussione approfondita su basi prettamente politico-economiche), una cessione -in generale - di sovranità credo sia oggigiorno "un male" necessario per permettere a Paesi come quelli Europei di competere con altre potenze (Usa, Cina e i cosiddetti Bric...del latte. Pardon
). Lo è oggigiorno e lo era a maggior ragione all'epoca in cui tutto è iniziato, nell'immediato dopoguerra. Ora non sto a tediarvi con l'apologia del processo storico di integrazione, dico solo che vanno contestualizzate le circostanze:
- si usciva dalla guerra. Per noi che viviamo in tempo di pace nel territorio che abitiamo, sembra una cosa lontana, però per l'epoca, porre le basi di una cooperazione che garantisse stabilità non era cosa scontata.
- bisognava reinserire la Germania (o, almeno, la parte occidentale) nel contesto europeo, sia per evitare l'errore commesso dopo la I guerra, quando fu isolata (cosa che fertilizzò i semi del sentimento del revanscismo tedesco), con le conseguenze che conosciamo, sia anche per controllarla ed evitare la rinascita di volontà espansionistiche, sia anche per difenderla da un'espansione verso occidente dell'influenza sovietica.
Quindi, porre le basi di questo processo (con lungimiranza, anche, perché menti illuminate come De Gasperi, Adenauer, Schuman ecc guardavano già al futuro pur consci di dover partire con una politica di piccoli step) ha portato, a mio modesto parere, a una pace duratura e anche un processo di crescita economica. In cambio, abbiamo ceduto piccole porzioni di sovranità.
Dov'è che tutto sta andando a farsi benedire? Sarebbe lungo analizzare il tutto, evidenzio solo alcuni punti:
- dopo che il processo di integrazione ha attraversato una fase di stanca, tra fine anni '80 e inizio anni '90 (coincidenza tra i cambiamenti del mondo e la riunificazione tedesca), si è spinto sull'acceleratore per l'unione monetaria. Le tappe forzate per arrivare alla moneta unica si sono rivelate un errore (penso ai conti pubblici greci truccati, ad esempio...)
- l'Europa è monca: non ha ancora una politica estera comune (in teoria avremmo un "Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza", che dovrebbe essere una sorta di ministro degli esteri europeo...in realtà non conta un cazzo), cosa per me fondamentale per relazionarti all'estero...ma sarà impossibile averla, perché ogni Stato ha i suoi particolari rapporti...un esempio? La Francia sta a guerreggiare in Mali, perché ha suoi interessi lì...noi ci coltivavamo il nostro dittatorucolo (Gheddafi) finché si è potuto...e cose così, insomma.
Vabè, spero di non avervi seccato col pistolotto, in realtà l'argomento è vasto da sviscerare